Se la politica ignora la famiglia…

___________________________________di Dino Perrone

 
 
Mentre la crisi economica continua a mettere in ginocchio le imprese e ad aggredire i redditi degli italiani, si avverte sempre più la necessità di rimettere la famiglia  al centro di ogni serio  progetto per il futuro del Paese
 
Al di là degli auspicati segnali di ripresa, la crisi economica continua a picchiare duro.
L’eloquenza di alcune cifre lascia ammutoliti.
L’Istat ha calcolato che nel quarto trimestre del 2009 il prodotto interno lordo del nostro Paese è calato del 2,8% rispetto all’anno precedente.
Una diminuzione dovuta, secondo gli esperti, alla rarefazione del valore aggiunto delle nostre imprese, non adeguatamente bilanciato dalla tenuta dei servizi e dagli incrementi di valore registrati nel comparto agricolo.
Questo dato negativo si accompagna ad altre rilevazioni statistiche che, nel corso delle ultime settimane, ci hanno detto come sostanzialmente stiamo diventando tutti più poveri.
Qualche cifra al riguardo.
Il reddito medio delle nostre famiglie, nel biennio 2006-2008, è sceso del 4%, mentre quello mensile, al netto delle imposte, si attesta ai 2.679 euro. Tuttavia una famiglia su cinque può contare appena su 1.282 euro al mese ed una su tre ha un debito cui fare fronte.
Spulciando tra le pagine della consueta indagine della Banca d’Italia sui bilanci degli italiani, si scopre ancora che i nuclei familiari che vivono al di sotto della soglie di povertà sono ormai, nel nostro Paese, oltre il 13%. Si tratta in particolare di famiglie che possono contare su poco meno di 700 euro mensili.
Lavoratori autonomi ed operai sono i più colpiti da questa crisi. Guardando poi alla distribuzione geografica del calo di reddito, si scopre che sono le famiglie del Centro Italia ad essere le più colpite, con un raggelante 4,2% in meno.
Insomma, la crisi sta rischiando di far aumentare la povertà del nostro Paese, colpendo con particolare asprezza proprio le famiglie.
A questo punto, anche volendo per un momento mettere la sordina a tutte queste cifre negative, emerge con chiarezza la necessità di approntare nuove e più incisive strategie di sostegno dei redditi familiari.
Siamo infatti dinanzi ad una vera e propria emergenza che riguarda il futuro delle famiglie italiane. Sinora, e non senza ragione, si è sempre sostenuto che l’Italia ha affrontato meglio di altri Paesi l’uragano finanziario che si è abbattuto sulle economie internazionali proprio perché, a fronte di un debito pubblico comunque elevato, ha potuto contare su una propensione al risparmio privato che ha messo al riparo le famiglie dagli effetti più dirompenti della crisi.
La sostanziale assenza di un diffuso debito privato ha insomma garantito al nostro sistema di reagire in maniera meno scomposta di altri.
Ma anche questa ‘cassaforte’, rappresentata dal tradizionale buon senso delle famiglie italiane, rischia di essere violata, se al perdurare della crisi continuerà ad accompagnarsi l’assenza di politiche illuminate in favore delle persone.
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi è un politico serio, affidabile e responsabile, aperto ai contributi ideativi senza pregiudiziali ideologiche.
Proprio per questa sua particolare sensibilità personale e politica, certo non gli sarà sfuggito il forte richiamo del Santo Padre che, nelle scorse settimane, ha invitato quanti hanno compiti di responsabilità pubblica a mettere la carità al centro dei propri programmi.
E carità, in questo momento, è avere il coraggio di privilegiare nell’azione politica il ruolo della famiglia.
Una famiglia troppo mortificata, anche in un recente passato, sull’effimero altare di un ampliamento dei diritti, troppo spesso svincolato dalle necessarie responsabilità, in favore di altre forme di convivenza.
Queste cose, del resto, Sacconi ha già dimostrato in passato di saperle benissimo. Basta rivolgere l’attenzione ai suoi studi sul sistema socio-previdenziale italiano che hanno formato oggetto del Libro Verde e del Libro Bianco, entrambi significativamente dedicati proprio alla famiglia ed ai giovani.
La famiglia è la grande dimenticata della politica italiana.
Questa assenza, questa voragine che rischia di inghiottire il senso di qualsiasi credibile politica in favore della persona deve essere immediatamente colmata.
Lo chiediamo fiduciosi al ministro Sacconi. Ma non a lui soltanto.
Ripartire dalla famiglia, restituirle centralità ed attenzioni nell’agire politico attraverso strumenti normativi di sostegno ed incoraggiamento, è infatti compito che riguarda non solo i cattolici impegnati in politica, ma tutti quanti hanno realmente a cuore la costruzione di un futuro più giusto e responsabile per il nostro Paese.

 


Dino Perrone
Presidente nazionale ACAI 

 

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