Legge di Bilancio 2022

Di seguito il documento approvato dal Consiglio Nazionale ACAI nella seduta del 15.12.2022

 

Valorizzare il lavoro e sostenere le strutture associative di rappresentanza

 

Acai, da sempre schierata a favore delle imprese artigiane e degli operatori economici che concorrono con il proprio lavoro e il proprio impegno al benessere del paese, apprezza la prudenza con il quale il Governo ha inteso affrontare il più importante provvedimento programmatico dello Stato, la Legge di Bilancio. Prudenza significa soprattutto fare in modo che scelte contingenti, sia pure indirizzate al sostegno dei diversi strati sociali, non ricadano in termini di passività sulle generazioni future, quando la percentuale della popolazione attiva sarà minore e quindi con limitata capacità di garantire il sostegno solidale all’intero corpo sociale.

Così come apprezza le misure che andranno a favorire un maggior sostegno nei confronti degli strati più deboli del nostro tessuto sociale.

Allo stesso modo però ritiene che possano essere affrontati con più decisione alcuni temi che appartengono alle dinamiche del lavoro e che, proprio per questo, potrebbero favorire un nuovo stimolo alla crescita economica.

Alcuni di essi, pur compresi nel testo, andrebbero rafforzati, come la riduzione del costo del lavoro che proprio perché rivolta ad una fascia sociale rilevante, i lavoratori dipendenti, dovrebbe favorire una più significativa stabilità sociale; pensiamo alla ricaduta sui bilanci familiari, alla maggiore capacità di spesa a beneficio dei consumi, nonché alla stessa dinamica occupazionale. Nella consapevolezza che interventi sul cuneo fiscale ricadono inevitabilmente sul gettito in entrata, Acai auspica forme di intervento differenziate che premino l’incremento della produttività (superminimi e straordinari).

Anche sul fronte della premialità occorrerebbe maggiore coraggio, azzerando l’aliquota Irpef per tutti gli incentivi aziendali nei confronti dei lavoratori meritevoli, soprattutto in presenza di processi di crescita sia in termini di competitività che di crescita del profitto. Riconoscimenti economici che dovrebbero essere svincolati da obblighi formali e burocratici e a libera discrezionalità dell’azienda.

Acai si riconosce nei contenuti del documento che alcune confederazioni dell’Artigianato hanno sottoscritto unitariamente lo scorso 23 novembre. In particolare intende richiamare i temi dell’apprendistato e della semplificazione delle forme contrattuali. Nel primo caso occorre ripristinare la decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto, prevedendo incentivi per la copertura dei costi sostenuti dalle imprese per il tutoraggio dell’apprendista, proprio perchè nella maggior parte dei casi questa funzione è svolta dal titolare. Nel secondo caso sarebbe opportuno invertire la tendenza degli ultimi anni, nel corso dei quali si è andati verso un irrigidimento dell’assetto regolatorio dei contratti a termine. Scegliere la strada della semplificazione significa favorire la propensione delle piccole imprese alla crescita occupazionale in risposta ai possibili segnali di incremento di commesse e ordini.

Infine Acai chiede al Governo una maggiore attenzione rispetto al carico della spesa pubblica, riconducibile per una vasta parte all’intervento diretto dello Stato in termini di prestazioni di servizi e assistenza sociale. Anche in questo caso sarebbe opportuno accrescere l’orientamento verso quei processi di sussidiarietà nei confronti delle organizzazioni senza scopo di lucro che possono ampliare la rete di assistenza sull’intero territorio nazionale consentendo una riduzione della spesa pubblica. Pensiamo alla rete di assistenza garantita dalle strutture associative attraverso Caf e Patronati oggi penalizzati dalle limitate risorse messe a disposizione per la loro sostenibilità economica. Si ricorda, del resto, che Caf e Patronati sono strutture che operano sotto stretto controllo dello Stato attraverso periodiche azioni ispettive.