Il vero incubo? La realtà

___________________________________di Dino Perrone

 
Negli Stati Uniti alcuni ricercatori hanno messo a punto una tecnica per eliminare gli incubi notturni. Ma a quelli diurni, ben più reali, chi ci pensa ?
 
Durante questa estate alcuni giornali hanno pubblicato una notizia all’apparenza semplicemente curiosa e che, a mio avviso, non ha avuto invece il risalto che meritava.
Si tratta di questo. Negli Stati Uniti alcuni scienziati hanno messo a punto una terapia per eliminare gli incubi che vengono a disturbare il sonno.
Si chiama dream mastery, ovvero sceneggiatura del sogno, e consiste in una tecnica capace di far rivivere al paziente sveglio la trama del proprio sogno, modificandone però tutti gli aspetti spaventosi e trasformandoli in episodi piacevoli con la forza della concentrazione.
Sembra quasi una burla estiva, ma non è affatto così. Gli incubi sono ormai considerati una precisa patologia e da sempre affascinano terapeuti ed analisti di ogni scuola di pensiero.
A questi studi, negli ultimi anni, si è dedicato in particolare con un crescente successo il professor Barry Krakow, fondatore della Sleep Clinic presso il Maimonides Sleep Arts an Sciences di Albuquerque, mettendo a punto la tecnica che ho sommariamente descritto qualche rigo sopra.
Non è una burla estiva, ripeto, né una semplice curiosità.
Un incubo, specie se terrificante, può perseguitare un individuo per tutta la vita.
E nessuno di noi può ritenersi davvero al riparo da questa esperienza onirica che, secondo il linguaggio degli scienziati, ‘stuzzica ed avvelena lo spirito ed ha un substrato di potenza, oralità aggressiva e morte’.
Insomma, abbiamo a che fare con qualcosa di molto serio che, è proprio il caso di dire, non ci lascia dormire sonni tranquilli. E che, spesso, ci fa cominciare male la giornata.
La scienza, come si vede, anche in questo caso ci corre in soccorso, provando a trovare un varco nella rete notturna che impiglia i nostri sogni, rendendoli agitati. Ricorrendo, nei casi estremi, a qualche medicinale, affiancando alla terapia comportamentale quella farmacologia a base di anti-ipertensivi.
Nei casi più gravi, gli incubi rappresentano uno dei sintomi del disordine da stress post-traumatico, tipico dei soldati che tornano dal fronte e dei sopravvissuti alle tragedie.
Fra quelli più comuni vi sono il cadere nel vuoto, l’essere inseguiti, la perdita di una persona cara, il sentirsi paralizzati o immobilizzati.
Gli incubi più frequenti tra le donne sono rappresentati dal subire violenze sessuali e lutti, tra gli uomini l’essere picchiati o licenziati, tra i giovani l’essere bocciati a qualche esame.
A ciascuno il suo incubo, insomma. E buonanotte all’idea di riposare serenamente, a cominciare da stanotte.
Trovo che tutto questo, al di là delle implicazioni scientifiche, sia molto interessante.
In una società che, anche da questa parte dell’oceano, si mostra sempre meno capace di modificare la realtà, c’è qualcuno che prova almeno ad eliminare gli incubi notturni.
Tutto molto interessante, ripeto. A patto, tuttavia, di non eliminare con gli incubi anche i sogni. Specie quelli che aiutano a vivere.
Ed a patto, inoltre, che non si perdano di vista gli ancor più spaventosi incubi diurni, quelli cioè effettivamente reali.
Quelli che distruggono i sogni e che non aiutano a vivere.
Quelli che sono quotidianamente sotto i nostri occhi e che certo non svaniscono al nostro risveglio. Farne un elenco sarebbe persino tedioso.
Di sicuro ci occupano ed intristiscono la vita. La rendono pesante, angosciosa, addirittura opprimente.
C’è qualcuno che si mostra davvero interessato ad eliminare anche questo tipo di incubi ?
A me francamente non sembra.
Ma forse anche questo è solo un mio incubo notturno.
Fra un po’ mi sveglierò, ci sveglieremo, e tutto sarà risolto.
O meglio, svanito.
 

 


Dino Perrone
Presidente nazionale ACAI 

 

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