Verso un Paese consapevole

___________________________________di Dino Perrone

 
Le festività natalizie sono l’occasione migliore per riscoprire l’importanza che può assumere ogni nostro gesto nel contribuire a migliorare le cose. A partire dalla lotta contro l’immondo spreco dei prodotti alimentari che viene fatto non solo in questo periodo.

 

 
Cari associati,
l’inesorabile passare del tempo è annunciato dal puntuale ritorno delle stesse stagioni, sempre uguali eppure sempre così diverse.
E’ già tornato il Natale, ad esempio.
Ed a tal proposito si annuncia un periodo di feste all’insegna di una maggiore sobrietà, a riprova di come la crisi finanziaria internazionale stia modificando nel profondo i comportamenti di ognuno.
Secondo i dati sui consumi forniti dall’Istat, infatti, le famiglie italiane acquistano sempre meno. Anche gli stessi prodotti alimentari, in questi mesi, hanno registrato un calo significativo. A rincarare la dose di pessimismo ci ha pensato più di recente anche il Censis, secondo cui oltre un milione di famiglie vive ormai in condizione di ‘povertà alimentare’, con picchi drammatici in Basilicata e Calabria.
La crisi per le famiglie non è quindi passata, anche a causa dei prezzi al consumo che in questi mesi non hanno registrato alcuna riduzione, continuando semmai a crescere nonostante la recessione.
Insomma si spende meno. Ed è auspicabile allora che si spenda meglio, almeno in questo periodo, rispetto ad un passato fatto di colpevoli sprechi e leggerezze che nulla hanno a che fare con il senso autenticamente cristiano del Natale.
E’ auspicabile, soprattutto, che si torni a dare il giusto valore a tutte le cose. A cominciare proprio dal cibo, di cui certamente un po’ tutti abuseremo in queste settimane.
Lo spreco immondo che ne viene fatto, il più delle volte persino senza accorgersene, è semplicemente terrificante.
Si tratta di tonnellate di alimenti ancora perfettamente commestibili che passano dai supermercati direttamente nelle discariche nel mentre, nel mondo, oltre un miliardo di persone soffre la fame.
Cominciare a prendere consapevolezza di questa vera e propria emergenza planetaria sarebbe il modo più giusto per avvicinarsi cristianamente al Natale.
In questo può aiutarci la lettura di un libro molto interessante, diventato rapidamente un caso editoriale nel Regno Unito. Si tratta di ‘Waste’, sprechi, del trentaduenne Tristan Stuart che da oltre dieci anni, da quando cioè era un semplice studente di Cambridge, ha deciso di nutrirsi solo grazie agli scarti di negozi e supermercati.
Questo libro raccoglie le sue esperienze in giro per il mondo ed è un vero atto di accusa contro le distorsioni di una industria alimentare globalizzata che nei soli Stati Uniti butta al macero la metà del cibo prodotto. Pietanze pronte ma preparate in eccesso, pane e yogurt di prossima scadenza, verdure scartate solo perché non rientrano nelle dimensioni standardizzate delle confezioni.
Secondo Stuart, le grandi catene alimentari arrivano a buttare sino al quaranta per cento del cibo prodotto, determinando un doppio danno. Da un lato, infatti, questo cibo scartato viene sottratto ai bisognosi e dall’altro si finisce con il riempire le discariche di prodotti alimentari che, marcendo, producono gas che contribuiscono al riscaldamento globale del nostro pianeta.
Ciò nonostante si cerca di produrre sempre più cibo, arrivando ad abbattere intere foreste per fare spazio a nuove coltivazioni perché, come nota Stuart, ‘la richiesta di cibo in una parte del mondo stimola la nascita di campi a migliaia di chilometri di distanza’.
Eppure le Nazioni Unite ammoniscono che lo sfruttamento intensivo delle terre coltivate è destinato nell’arco di questo secolo a ridurre del 25 per cento la produzione complessiva. Perdurando insomma questo stato di cose, mangeremo di meno ed inquineremo di più. Certo, non una grande prospettiva.
Stuart si ribella a tutto questo cibandosi, come detto, degli scarti dei negozi e dei supermercati. E’ un modo estremo per sensibilizzare una pubblica opinione che, su troppi argomenti, sembra invece aver perso proprio ogni sensibilità, ogni capacità reattiva.
Ma è anche la sottolineatura dell’importanza che può rivestire ogni singolo gesto da parte di ogni singola persona. Cominciando anche noi da un piccolo gesto, magari dall’osservare con più attenzione quanto con noncuranza buttiamo nelle nostre pattumiere domestiche, potremmo contribuire a cambiare in meglio le cose.
Perché questo discorso, in realtà, non riguarda solo gli sprechi collegati al cibo. E’ un discorso di più generale consapevolezza che attiene proprio il nostro stare al mondo, il nostro fare parte di un destino comune.
In questi tempi di comodo disimpegno, occorre infatti riscoprire una nuova consapevolezza che ci renda capaci di affrontare nella giusta maniera le tante sfide che abbiamo davanti, come singoli individui e come Paese.
Consapevolezza che è necessario favorire una nuova dimensione più autenticamente comunitaria, abbandonando le tentazioni in un egoismo sociale che conduce al tramonto di ogni idea di accoglienza e fraternità.
Consapevolezza che il futuro dell’Italia parte dalla riscoperta di un nuovo senso del dovere, verso gli altri e verso se stessi, e non dalla sterile rivendicazione di ogni sorta di diritto o privilegio. Dall’assunzione di sempre maggiori responsabilità. Dall’accettare le tante prove, anche quelle più dure, che i tempi impongono.
Solo in questo modo si può contribuire alla costruzione di un Paese realmente maturo e consapevole.

 


Dino Perrone
Presidente nazionale ACAI 

 

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