Anche un semplice gesto puಠrecare in sé qualcosa di rivoluzionario.
Spesso, anzi, le vere rivoluzioni, i cambiamenti duraturi derivano da gesti allâapparenza semplicissimi. Gesti che lâocchio distratto dei nostri giorni fatica, almeno nellâimmediato, a riconoscere.
Gandhi sostituì alla violenza il digiuno ed in tal modo contribuì a mandare definitivamente in soffitta lâideologia colonialista del Vecchio Continente. Un gesto, quello di digiunare, in fondo alla portata di tutti, un gesto quotidiano che allâapparenza non richiede doti eroiche ma che segnಠuna cesura definitiva con il passato.
La segregazione razziale, negli Stati Uniti, cominciಠad andare in frantumi quando una giovane di colore occupಠsullâautobus il posto riservato ai bianchi. Pure in questo caso, un gesto semplice ma destinato a diventare rivoluzionario.
Anche Papa Francesco, nelle scorse settimane, ha compiuto un gesto semplicissimo quanto efficace, destinato a lasciare un segno indelebile nella storia millenaria dei successori di Pietro e servitori della Chiesa.
Si è imbarcato su una motovedetta della capitaneria di porto ed ha raggiunto Lampedusa, lâisola alla periferia del mondo che costituisce lâapprodo per migliaia di migranti in fuga da guerre e miserie, ed ha chiesto scusa.
Ha umilmente chiesto scusa, il Santo Padre, al cospetto di una società che è invece abituata a non scusarsi pi๠per nulla.
Scusa e perdono âper chi si è chiuso nel proprio benessere che porta allâanestesia del cuoreâ e non consente di sentirsi coinvolti dalla sofferenza degli altri e responsabili delle loro vite.
Scusa e perdono âper coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato questi drammiâ.
Un gesto semplicissimo e rivoluzionario. Un gesto di penitenza e riflessione.
Un gesto fecondo perché scuote le nostre coscienze da quel fin troppo comodo torpore nel quale siamo avvolti nel nostro percorso quotidiano in questa vita.
Un atto dâaccusa contro una cultura del benessere che âci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone che sono belle ma non sono nulla, sono lâillusione del futile, del provvisorio, che porta allâindifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dellâindifferenzaâ.
Nella sua omelia a Lampedusa, con queste semplici parole Papa Francesco ha richiamato lâumanità intera, e dunque ognuno di noi, a farsi carico dei drammi che ci circondano.
A non guardare con indifferenza âil fratello mezzo morto sul ciglio della stradaâ pensando che soccorrerlo ed aiutarlo ânon è compito nostroâ.
Ci ha ricordato, il Santo Padre, che invece tutto quanto avviene nel mondo ci coinvolge, ci tocca, ci appartiene. E puಠarricchire o ferire, migliorare o deturpare la nostra vita.
Dipende solo da noi, dipende dalla nostra coscienza, e prima ancora dal nostro cuore.
Dopo questa visita pastorale, anche la politica, nonostante alcune polemiche astiose e di corto respiro, ha finalmente ripreso ad interrogarsi sulle risposte da dare ai migranti, provando a superare la mera logica emergenziale per affrontare il tema dellâimmigrazione nellâottica di una maggiore fraternità ed accoglienza.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta, ad esempio, ha dichiarato che entro il prossimo anno saranno aggiunti ottomila posti nei centri di accoglienza per i rifugiati in Italia, sottolineando che âlâItalia e lâEuropa debbono portare avanti insieme interventi per una sfida epocale come questaâ.
Parole che rappresentano precise assunzioni di impegni.
Impegni che forse non ci sarebbero stati se Papa Bergoglio non avesse umilmente affrontato il viaggio a Lampedusa, facendo diventare questa nostra estrema propaggine dellâopulenta Europa la sua capitale, il suo centro, il suo senso pi๠profondo.
Gesto semplicemente straordinario, quello del Pontefice, ripetiamo. Ma di sicuro non sorprendente. Sin dai primi giorni del suo pontificato, infatti, Papa Francesco ha chiesto alla Chiesa di âandare nelle periferie del mondoâ, aprendosi a chi non ha nulla.
Sua Santità , anche in questa occasione, è stato quindi solo coerente e conseguente.
Sono altri coloro che, privi di ogni coerenza, tentano invano di mascherare come eccezionale il loro banalissimo agire. E soprattutto sono incapaci di chiedere scusa e perdono.
Cercando un rimedio contro l’indifferenza
___________________________________di Dino Perrone
Il recente viaggio del Papa a Lampedusa, al netto di qualche astiosa polemica, dimostra come le vere rivoluzioni nascono sempre da gesti semplici. E soprattutto che i cambiamenti duraturi possono partire solo dal cuore di ognuno
Dino Perrone
Presidente Nazionale ACAI