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Basta saperle cogliere e, prima ancora, saperle coltivare e valorizzare. Il vero miracolo italiano, quello che per tanto tempo ha consentito alla nostra società di resistere e non soccombere sotto i colpi della sorte avversa, va ricercato non tanto nel grande reticolo industriale ma proprio nelle botteghe, a volte persino nei sottoscala adattati e negli altri spazi più impensabili che, nel tempo, sono divenuti sede di realtà al confine tra l’azienda artigiana a conduzione familiare e la piccola impresa’.

Ma quale tipo di artigianato richiede, adesso, il nostro Paese ? ‘Noi dell’Acai –ha risposto Perrone nel suo intervento- siamo infatti fermamente convinti che la formazione professionale rappresenti il discrimine fra uno sviluppo ordinato e duraturo del settore e la sua mera e quasi folcloristica conservazione. Sì, amici. La chiave del nuovo mercato è l’innovazione formativa. E’ dunque necessario rimuovere gli ostacoli all’innovazione, le rigidità burocratiche, gli intoppi amministrativi, rivedendo quei vincoli oggettivamente penalizzanti per la crescita delle piccole imprese artigiane.

Occorrono strumenti legislativi certi, cominciando magari a pensare anche ad una nuova legge-quadro del settore, e la sollecitiamo noi che negli anni Cinquanta fummo tra quelle organizzazioni che contribuirono al varo della prima normativa organica della materia. Una legge che sia più in linea con i processi evolutivi dei mercati internazionali. Occorre insomma far riconquistare all’artigianato il rispetto che esso merita. A chi vuole investire servono certezze e meccanismi semplici ed automatici che invece oggi si scontrano con le complessità di interpretazione delle normative vigenti. In questa ottica, anche alla luce del crescente federalismo, particolare importanza rivestono anzitutto le Regioni che sono chiamate ad elaborare normative capaci di accompagnare e non piuttosto di ostacolare le imprese presenti sul loro territorio. In questi anni, infatti, agli imprenditori si è continuato a chiedere investimenti, ma in cambio non si sono fatti passi avanti sulla strada, ad esempio, delle agevolazioni fiscali per le piccole imprese.

E’ necessario, allora, semplificare ulteriormente le procedure relative all’accesso ai finanziamenti che vanno gestiti in modo diverso, tenendo conto del rischio che, in alcune realtà territoriali, dove non arriva il sostegno statale e regionale può invece attecchire facilmente l’usura. E’ necessario che in tutti i luoghi decisionali, dai Comuni allo Stato passando per le istituzioni provinciali e regionali, l’artigianato sia presente, sia ascoltato, sia rispettato. E’ insomma necessario che aumenti il peso politico della categoria artigiana. In questa ottica saremo estremamente attenti ai passi futuri dei governi, valutando con cura gli effetti delle liberalizzazioni appena varate, ma rivendicando sin d’ora la necessità di una politica che non penalizzi il settore e che piuttosto valorizzi la libera iniziativa, l’etica imprenditoriale, la cultura dell’intraprendere.

Questi sono elementi fondamentali per avviare un processo virtuoso che consenta di passare indenni attraverso le attuali strettoie ed asperità dell’economia italiana. A tal fine è necessario predisporre da subito una ricca agenda di appuntamenti che veda l’Acai impegnata a tenere viva l’attenzione delle forze politiche e sociali sulle molteplici tematiche dell’artigianato’.

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