L’insensibilità civile di certa politica…

___________________________________di Dino Perrone

 

 
Mentre il governo dei tecnici prova a far risalire la china al nostro Paese, ci sono vicende destinate inevitabilmente ad approfondire il solco che separa i cittadini dall’agire quotidiano dei partiti. E tutto questo certo non aiuta a guadagnare credibilità

Dunque, dopo mesi di burrasca sembra che l’Italia stia tornando a guadagnare la fiducia degli investitori internazionali.
Ma attenti a mollare gli ormeggi. La mareggiata non è affatto finita ed il famigerato ‘spread’ potrebbe tornare nuovamente ad impennarsi, nonostante dall’estero si ricominci ad acquistare i nostri Btp decennali e, più in generale, si avverta un cambiamento di approccio nei confronti della nostra economia.
A tutto ciò si aggiunge, sul fronte interno, il decreto sulle liberalizzazioni varato dal governo Monti agli inizi di febbraio che nei suoi 63 articoli prevede uno snellimento della macchina burocratica, in special modo nei rapporti tra i cittadini e lo Stato.
D’ora in poi dovrebbe essere più agevole ottenere tutta una serie di documenti risparmiando tempo e code. Dai certificati anagrafici al cambio di residenza, dall’iscrizione nelle liste elettorali al rinnovo della carta d’identità, tutto potrà avvenire comodamente da casa attraverso il web e l’introduzione dell’Agenda digitale che vedrà diffondere in rete i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni.
Sempre nel decreto varato dal governo Monti, si prevedono la riduzione di controlli e verifiche per la costituzione delle imprese e l’introduzione di un ‘commissario’ a disposizione di cittadini ed imprenditori che avrà il compito di accelerare le pratiche se le amministrazioni non rispettano i tempi stabiliti.
Pare insomma che l’invito rivolto dall’Acai non solo a liberalizzare ma soprattutto a semplificare cominci ad essere accolto.
Ma attenti, ripeto, a mollare gli ormeggi.
Infatti, proprio mentre il Paese tenta faticosamente di rialzarsi, ci sono vicende che, al di là delle implicazioni giudiziarie ancora tutte da verificare, sono destinate ad alimentare ulteriormente il già fin troppo diffuso malessere nutrito da larga parte degli italiani nei confronti della politica.
Inutile richiamare in questa sede nomi e circostanze. Gli uni e le altre hanno largamente occupato le pagine dei giornali e gli schermi televisivi in queste ultime settimane, lasciando intravedere al di là, ripeto, delle implicazioni giudiziarie, quello che qualche analista ha lucidamente definito ‘un retroterra di insensibilità civile’.
Colpisce, peraltro, che queste vicende siano venute alla luce proprio in concomitanza con alcuni  interventi tesi a ridurre il costo pro-capite dei parlamentari e da costoro prontamente sbandierati come segnale di acuta sensibilità nei confronti dei sacrifici cui sono chiamati i cittadini.
Ed invece la realtà è che abbiamo da una parte poche centinaia di euro risparmiate sui cedolini di deputati e senatori e, dall’altra, milioni di euro distratti dalle casse di un partito che non esiste più.
L’impressione è allora sempre più quella di un sistema politico anchilosato, avvitato su se stesso, superato dalle circostanze storiche e refrattario ad ogni forma di cambiamento.
La situazione è davvero grave se un politico di lungo corso come Luciano Violante ha invocato l’esigenza di por mano ad un ‘codice etico’ che riscriva il  vivere e l’agire quotidiano della politica.
Tutto questo ritengo sia la conseguenza più evidente di una caduta di senso morale che ha reso la politica ostaggio delle sue degenerazioni.
Nei mesi scorsi, proprio in questa rubrica parlai della necessità di scovare i buoni esempi nel tessuto della società italiana. Quei buoni esempi in grado di restituire un profilo migliore al nostro Paese.
Incontrando i nostri imprenditori, ascoltando i nostri artigiani, ne ho trovati tanti di buoni esempi che meriterebbero di essere portati all’attenzione generale. Esempi di dedizione, di spirito di sacrificio, di coerenza, di carità sociale.
Esempi di luminosa, quotidiana decenza. Proprio quella quotidiana decenza che è invece sparita dal codice comportamentale di troppi fra coloro che si occupano della cosa pubblica.
E’ vero. La politica non è tutta uguale. Allo stesso modo, e per fortuna, i politici non sono tutti uguali.
Ma uguale è il baratro in cui tutti, buoni e cattivi, onesti e disonesti, capaci ed incapaci, rischiamo di scivolare se non saremo in grado di ritrovare e far prevalere il senso autentico dell’agire politico.

 


Dino Perrone
Presidente nazionale ACAI 

 

 

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