Lavoro, dignità, giustizia

___________________________________di Dino Perrone

 

Si continua a discutere su come uscire dal tunnel della crisi economica ed occupazionale del nostro Paese. E se provassimo a ragionare anche sulla necessità  di debellare ogni forma di sfruttamento ? Magari partendo da alcune recenti riflessioni di Papa Bergoglio
 
Nelle scorse settimane, in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, Papa Bergoglio ha pronunciato forti parole di denuncia per lo sfruttamento al quale sono sottoposti i bambini, in special modo nei Paesi pi๠poveri. Uno sfruttamento, ha sottolineato il  Santo Padre, “che comporta spesso anche abusi, maltrattamenti e discriminazioni”.
Il Pontefice ha ricordato che, invece, tutti i bambini  â€œdevono poter giocare, studiare, pregare e crescere nelle proprie famiglie, e questo in un contesto armonico di amore e serenità ” perché crescere serenamente ”e’ un loro diritto e un nostro dovere”.
Parole forti, come detto. Parole severe.
Nel corso della stessa giornata  Cecile Kyenge, ministro dell’integrazione del governo Letta, ha affermato a sua volta che “una vita senza infanzia è una vita offesa” e che c’è il “bisogno di garantire ai bambini, con norme adeguate, di diventare grandi”.
Il ministro Kyenge ha inoltre evidenziato come nel nostro Paese la disoccupazione degli adulti aumenta ma il lavoro minorile non diminuisce, diventando in tal modo esso stesso “causa ed alimento di un disagio sociale diffuso”, dal momento che “in certi ambiti non è concorrenziale la competenza ma la fragilità  sociale dei lavoratori, la loro ricattabilità â€.
Il giorno dopo, infine, il presidente del Consiglio Enrico Letta, dal palco congressuale della Cisl, ha sostenuto che senza il lavoro l’Italia non si salva.
E’ certamente positiva e confortante questa molteplice e continua attenzione al lavoro in un periodo nel quale, purtroppo, a mancare drammaticamente è proprio la certezza di una stabilità  occupazionale.
Il punto perಠè che, proprio a cagione dell’urgenza rappresentata dalla mancanza di lavoro nel nostro Paese, c’è sempre meno tempo per soffermarsi anche sulla necessaria qualità  che deve accompagnare qualsiasi lavoro che sia degno di questo nome.
Per questo a colpire sono proprio le parole di Papa Francesco che ha strettamente collegato i concetti di lavoro e di dignità .
Il lavoro misura infatti la dignità  di ogni persona. La persistente mancanza di lavoro offende la dignità  non solo del singolo individuo che ne è privo ma dell’intera società . Si tratta insomma di una ferita che deturpa il nostro panorama sociale.
Non è giusto, infatti, accettare un lavoro, qualunque lavoro, purchessia. In tal modo si aprono i varchi all’indifferenza sociale nei confronti delle fasce pi๠deboli, a partire appunto dai minori, dai nostri bambini.
Per costoro, purtroppo, ci sarà  sempre il pericolo di incappare in forme di sfruttamento mascherate da lavoro.
Proprio a questo si è riferito Papa Bergoglio, ribadendo quanto sia ingiusta una società  organizzata in modo che non tutti abbiano la possibilità  di lavorare, “di essere unti della dignità  del lavoro”.
Una società  che non consenta a tutti di poter lavorare, ha ricordato il Santo Padre, “va contro lo stesso Dio, che ha voluto che la nostra dignità  incominci da qui, dal lavoro”.
Dignità  e lavoro, dunque, per ogni persona debbono marciare insieme. Non puಠesistere l’una senza l’altro.
Ed un lavoro senza dignità , comunque lo si chiami, in realtà  è solo sfruttamento.
Tutto ciಠdovrebbero tenere a mente quanti, in questi anni, si sono invece adoperati per rendere il lavoro quasi una variabile indipendente dalla dignità  di chi è chiamato a svolgerlo. Con la conseguenza in troppi casi abbiamo dovuto assistere a spettacoli indecorosi, con  i lavoratori costretti a laceranti scelte di campo tra occupazione e diritti, oppure tra occupazione e salute, ovvero ancora tra occupazione e sicurezza.
La conseguenza è stata una progressiva erosione dei diritti sociali e delle tutele sanitarie a cui non si è accompagnato un significativo incremento occupazionale.
Tutto questo misura la necessità  che i temi del lavoro tornino in primo piano nell’agenda politica e culturale del Paese, evitando derive economicistiche e logiche meramente ragionieristiche. In caso contrario, anche il recente “decreto del fare” varato dal governo Letta si svilirà  nell’ennesimo “proclama del dire”.
Non a caso Papa Francesco ha detto che “il lavoro è qualcosa di pi๠che guadagnarsi il pane”. Ed ha fatto bene a ricordare che “la dignità  non ce la dà  il potere, il denaro, la cultura”.
La dignità , ha ricordato il Santo Padre, puಠdarcela solo il lavoro, perché il lavoro è appunto dignità .
 
Dino Perrone
Presidente Nazionale ACAI