Risultato chiaro ed esiti incerti

Vincitori e sconfitti della consultazione elettorale sono chiamati a un profondo esercizio di responsabilità per assicurare al Paese la stabilità necessaria per dare vita ad una nuova stagione di sviluppo

Ed ora ?
Bella quanto difficile ma ineludibile domanda.
Il responso elettorale ci consegna un risultato chiaro forse come non mai in passato, al quale però si accompagna un quadro politico venato da una profonda incertezza.
Fortunatamente, dopo una campagna elettorale dai toni fin troppo accesi e qualche volta persino sguaiati, stiamo assistendo ad un generale cambio di registro sia nel campo dei vincitori che in quello degli sconfitti.
E’il momento della ragionevolezza e sembra che di questo, finalmente, tutti se ne stiano rendendo conto.
Il Paese versa infatti in profonda difficoltà, attraversato da una “febbre” sociale che non accenna a placarsi, ma che anzi è stata aumentata proprio dalle code velenose di una campagna elettorale per troppi versi irresponsabile, farcita com’è stata di promesse facili ed insulti gratuiti.
Ed ora, appunto ?
C’è un elementare dato di fatto da cui partire.
Nessuno dei vincitori neppure si avvicina a numeri appena sufficienti per governare. Abbiamo quindi a che fare con un quadro parlamentare nuovissimo, in cui spiccano i risultati lusinghieri del Movimento Cinque Stelle e della Lega, ma non abbiamo un corrispondente e credibile quadro di governo.
Una cosa è certa. Al di là dei tatticismi, il Paese ha necessità di essere governato. Bene ed in fretta. Altrimenti si dovrà necessariamente tornare alle urne, con il rischio però di ottenere un quadro politico ancora più confuso ed “impotente” dell’attuale.
Una prospettiva, questa, che non credo faccia gli interessi della società italiana ma solo di qualche leader in cerca di una improbabile rivincita o di una ancor più spiccata consacrazione.
E’ il momento di uno scatto in avanti.
E’ il momento che la politica, nel suo complesso, esca dalle stanche liturgie che non colgono il malessere profondo dei cittadini.
E’ il momento di manifestare, nei fatti, una capacità di ascolto e di intervento che faccia davvero riavvicinare le istituzioni al vissuto quotidiano delle persone. Strada lunga ed impervia, certo, ma l’unica che ragionevolmente si può percorrere.
Occorre una iniezione di fiducia, che venga da un impegno politico forte che fissi un programma, tecnicamente credibile e fattibile, socialmente sostenibile, per porre in atto misure concrete che leniscano le ferite di un Paese che si è espresso in maniera quanto mai chiara al momento del voto e che non è in grado più di tollerare una navigazione a vista che rischia di mandarci sugli scogli.
In questo senso, prima si risolve il rompicapo del nuovo governo da varare e meglio sarà per l’Italia.

Dino Perrone

Presidente Nazionale ACAI