Promesse elettorali e questioni dimenticate

________________________________di Dino Perrone

 

 

Tutte le forze politiche, in vista del quattro marzo, propongono l’abolizione di tasse o riforme ritenute inique. Sarebbe opportuno, tuttavia, non smarrire l’etica dell’impegno civile su tematiche ancora irrisolte. A partire da quelle relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro

L’attuale campagna elettorale è giocata nel segno della sottrazione. Intendendo per sottrazione la sistematica promessa di abolizione di tasse e balzelli della più svariata natura. Dall’Irap al bollo per la prima auto, dalla riforma Fornero sulle pensioni alla riduzione delle aliquote sui redditi Irpef, passando per la cancellazione delle tasse universitarie come del canone Rai.

Il tutto accompagnato da altre promesse diciamo così di carattere “innovativo” e relative alla introduzione del reddito di cittadinanza per chi non lavora, alla riduzione delle tasse per lavoratori e imprese, all’aumento delle pensioni minime come degli stipendi per i dipendenti pubblici.

Un gioco che, alla lunga, però può rivelarsi pericoloso soprattutto per i nostri conti pubblici ma al quale, finora, nessuna forza politica mostra di volersi veramente sottrarre.

Si prova a guadagnare il consenso attraverso la promessa di abolizione di tasse considerate inique oppure di riforme, come quella del Jobs Act, ritenute sbagliate, lasciando malinconicamente sullo sfondo, in disparte, i nodi veri.

Del resto, con un quadro politico tanto incerto e frammentato, unito ad una legge elettorale che difficilmente potrà indicarci con certezza chi davvero avrà vinto dopo il 4 marzo, oggi è arduo anche solo pensare a discorsi di alleanze, di convergenze, di unità d’intenti.

Se ne parlerà dopo, ad urne chiuse, provando a trovare il bandolo di una matassa che al momento appare destinata ad ingarbugliarsi sempre più.  

Sarebbe tuttavia opportuno concentrarsi sin d’ora su progetti nuovi, piuttosto che impegnarsi in maniera parossistica ed esclusiva solo nell’opera di demolizione dell’esistente. Sarebbe cioè opportuno indicare al Paese una prospettiva, una direzione, un senso. Vorrebbe dire trattare finalmente da adulti gli elettori, tenendo a mente anche il monito della Cei che ha definito “immorali” quelle promesse elettorali che non possono oggettivamente essere onorate.

In questa ottica è necessario non smarrire l’etica dell’impegno civile su temi forti, non abbassando la soglia di attenzione su problematiche che dicono davvero molto su quale sia il reale stato di salute del nostro Paese.

C’è infatti il rischio che questa indigesta melassa propagandistica in vista delle prossime elezioni ci faccia smarrire il senso delle cose, relegando come detto in disparte, in un angolo, questioni che a torto ritenevamo oramai in via di soluzione.

Ed allora è davvero un necessario anche se doloroso bagno di realtà quello che può venire dalla lettura dei dati ufficiali dell’Inail sugli incidenti sul lavoro.

Dopo anni di numeri in calo, assistiamo ad una drammatica impennata. Nei primi undici mesi dello scorso anno quasi mille persone, per l’esattezza 952, hanno perso la vita. Le chiamano “morti bianche”, in realtà costituiscono le pagine nere di un discorso sul lavoro che in Italia ha smarrito il senso del proprio valore.

Incidenti il più delle volte simili. Incidenti causati da colpevole mancanza di prevenzione più che da fatali distrazioni. La violazione delle norme di sicurezza rimane infatti la principale causa di questi decessi e chiama pesantemente in gioco una concezione del lavoro e della produzione che mira al risparmio ed all’abbattimento dei costi anche nel settore della prevenzione.

Su questo argomento poche, incerte, forse anche inascoltate da chi dovrebbe agire, sono le voci dei partiti come dei singoli esponenti politici.

Su questo tema, almeno su questo tema, noi dell’Acai vogliamo invece che vi sia un impegno comune. Oggi e da parte di tutti. Specialmente di chi, legittimamente, si candida a governare un Paese come il nostro che non ha bisogno di essere blandito con mirabolanti promesse, ma solo di verità. 

Fare della sicurezza sul lavoro una priorità del proprio programma elettorale sarebbe un buon modo per riavvicinare la politica alla realtà del quotidiano.

 



Dino Perrone

Presidente Nazionale ACAI