Nuovo anno e vecchi propositi

________________________________di Dino Perrone

 

 

Nell’ultimo trimestre si è ridotta la pressione fiscale ed è aumentato il potere di acquisto delle famiglie italiane. Ma per far ripartire davvero la domanda interna occorrono misure più incisive di quelle finora messe in campo

Il 2018 da poco iniziato ci regala la notizia che le famiglie italiane, dopo un lunghissimo periodo, sono tornate a risparmiare ed hanno un potere di acquisto leggermente accresciuto rispetto al più recente passato.

Un buon viatico, questo, per i mesi che ci attendono e che saranno inevitabilmente caratterizzati dagli esiti delle elezioni politiche del prossimo quattro marzo.

La rilevazione dell’Istat, riferita all’ultimo trimestre dello scorso anno, descrive infatti un quadro a tinte meno fosche e lascia intravedere la possibilità che l’aumentato reddito familiare, cresciuto del 2,1% su base annua, possa contribuire a far girare l’economia grazie ad un potere di acquisto più ampio.

Di questo sembra essere convinto anche il premier Gentiloni, solitamente molto misurato e cauto, che nella prima settimana di gennaio, su Twitter si è invece lasciato andare a considerazioni intrise di grande ottimismo parlando di “dati incoraggianti sui conti pubblici” in uno con la riduzione della pressione fiscale.

Su quest’ultimo punto, in effetti, qualcosa di positivo c’è.

Sempre secondo l’Istat infatti, e sempre riferendoci all’ultimo trimestre del 2017, vi è da registrare una riduzione della pressione fiscale di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta del valore più basso dal 2011 ed anche il dato relativo ai primi nove mesi del 2017 ci riporta ai valori di sei anni addietro.

La riduzione della pressione fiscale, insomma, è reale. Ma resta piccola. Infinitamente piccola.

Affermo questo non perché voglio iscrivermi alla schiera degli incontentabili rompiscatole ma perché resto convinto del fatto che un carico fiscale che, pur in presenza delle richiamate riduzioni, ancora oggi si attesta comunque oltre il 40% rappresenta una zavorra intollerabile per l’economia di famiglie ed imprese.

Ed allora fanno bene ad invitare ad un sano bagno di realismo le associazioni dei consumatori che in questi giorni, in presenza della pioggia di rincari sul fronte delle utenze e dei servizi, parlano non a caso di una vera e propria stangata,  con rincari complessivi attorno ai 400 euro annui, che non potrà non avere effetti depressivi sulla stessa domanda interna.

La realtà, anche in presenza dei dati statistici, resta dunque molteplice come molteplici, ed ugualmente valide, sono le chiavi di lettura che di essa vengono via via proposte.

Ecco quindi che l’anno nuovo si colora ancora una volta di vecchi propositi.

Riduzione delle imposte, rilancio dell’economia, snellimento della macchina burocratica, provvedimenti in favore dell’occupazione e delle fasce sociali meno garantite.

Un canovaccio consolidato che però, alla prova dei fatti, non viene rispettato.

Di sicuro, ed anche questa non è certamente una novità, resta il fatto che per far ripartire davvero una domanda interna che resta miseramente asfittica occorre mettere in campo una serie di iniziative ben più articolate ed incisive di quelle finora approntate.

Come altrettanto sicuro è il peso invadente della fiscalità e dei connessi adempimenti burocratici sulla vita quotidiana delle imprese italiane.

Questioni vecchie ed irrisolte, appunto. Questioni che rischiano di rendere sinistramente “familiare”, proprio perché già visto, il panorama sociale ed economico di questo 2018 che sta muovendo i suoi primi passi.

Sarebbe allora il caso di non aspettare l’esito delle prossime elezioni politiche per cominciare a mettere mano a tutto quello che occorre fare.

Occorre invece farlo subito e farlo bene.

Solo così sarà possibile mantenere ancora “nuovo” ed intonso l’anno che da poco stiamo guardando con occhi, nonostante tutto, ancora pieni di speranza.



Dino Perrone

Presidente Nazionale ACAI